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duetart - Enzo Forese

Enzo Forese

vedi opere:
Frammenti lirici
Myricae
Storia e destino delle piccole cose

Enzo Forese è nato nel 1947 a Milano dove vive e lavora.

Si forma in ambienti classici e filosofici (è laureato in Storia della Filosofia), riflettendo in particolar modo sul problema del mito come forma simbolica. Partendo da questi presupposti possiamo leggere le opere dell’artista, visualizzazioni epigrammatiche, brevi lampi lirici, sottili intuizioni poetiche narrate prevalentemente con la pittura, ma anche con le tecniche delcollage e assemblage. Fondamentale importanza acquista il colore che l’artista utilizza rifuggendo da leggi scientifiche e ottico-percettive; altrettanto centrale è la poesia, conosciuta e amata a partire da una folgorazione giovanile: la scoperta dell’Antologia Palatina, nota raccolta di circa 4000 componimenti poetici che vanno dalla lirica arcaica ai poeti cristiani e spaziano da temi amorosi ed argomenti descrittivi, dai lamenti funebri a motivi burleschi e d’intrattenimento.
Da queste letture l’artista trova, e traduce nella pittura, quel sentimento di nostalgia per la vita che si dissolve e discioglie nel tempo, nel rincorrersi dei giorni, nel panta rei–tutto scorre quotidiano. Forese fa parte del gruppo italo-austriaco “Osmosi” e del gruppo “Portofranco”, creato da Franco Toselli.


Le opere di Forese sono in un formato intimo e stanno nel palmo di una mano, come ricordi trovati sulla spiaggia quando il mare li deposita dopo una tempesta. In pochi centimetri scorgiamo meticolosi paesaggi mediterranei e nature morte, sopraggiungono poi piccoli interni metafisici, con atmosfere che ci guidano in un sogno ad occhi aperti, fra trombette, ruote e pesci volanti.
E infine il tema del vaso, che ritorna declinato in mille modi diversi. Oli su carta, opere su tela, ma anche lavori e disegni su materiali sottratti a un possibile oblio, raccomandate postali, confezioni dei cereali, opere che si caratterizzano per la loro sperimentazione e visionarietà.
Questi piccoli tesori restituiti non dal mare, ma dalle mani dell’artista, sono il suo espediente per ricordarci come l’effimero della forma sia metafora della caducità della vita e come forse, sia solo il frutto di una bellissima illusione.

Maria Chiara Cardini


STORIA E DESTINO DELLE PICCOLE COSE
David Bowes - Enzo Forese - Yuri Rodekin - Antonio Sofianopulo - Aron Reyr Sverrisson - Yunong Wang - Xin Zhou

Le Nature silenti di Enzo Forese, maestro dell’essenzialità che a tratti sconfina con la stilizzazione, sono contraddistinte da una vitalità sussurrata e gentile. Gli elementi delle composizioni appaiono aggrappati uno all’altro, come per ricevere forza reciproca, o separati come pedoni sulla scacchiera della tovaglia, con il Re e la Regina, la torre e gli alfieri arroccati sullo sfondo.
Tutto tace in questi accostamenti di forme dalle tinte vivaci solo in apparenza, perché è come se ogni colore fosse composto con una punta di grigio, come se la tela fosse velata da una sorta di malinconia, e questa fusione nasconde la domanda esistenziale dell’artista che osa esporsi fino a realizzare un vaso grigio su fondo grigio, maestoso nella sua semplicità, con il giocattolo ai piedi del mandarino di luce. 
Gli elementi della rappresentazione – vasi, fiori, frutta – sono ritagliati con forme nette, uniformemente campite, come se ogni figura – riconducibile ai solidi geometrici – si ponesse con un valore assoluto, lontano dal realismo. Rare e timide sono le ombre perché la luce, espressa con voce sommessa, è diffusa indistintamente sulla tela.



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